Ispirato al mito di S. Giorgio e il Drago, (dopo un’attenta analisi degli
eventi e dell’epoca in cui il mito nasce), questo spettacolo ne rovescia i
valori originali, svelando così altre realtà ben diverse dagl’ideali di
eroismo e salvezza proposti in origine.
Il Drago non è più terrorizzante belva dalla quale fuggire ma, potente
alleato interiore da conoscere e apprezzare; e il cavaliere, si rivela
finalmente nella sua verità nascosta di mercenario e codardo.
Grottesco per piacere e per necessità drammatica, lo spettacolo offre
continue opportunità, sia agli attori che all’autore, per il gioco del
clown.
Il clown che gli attori giocano in questa occasione è quello illuminato
secondo i “canoni” della scuola francese.
Ogni aspetto dello svolgimento scenico porta in evidenza il valore della
passionalità propria dei nostri «draghi interiori», fornendo allo spettatore
sempre nuove immagini.
Allo stesso tempo buffo, inquietante, comico e tragico.
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